Ozonoterapia nella prevenzione e trattamento della sepsi e shock settico
«Conoscendo, in modo scientificamente provato, le caratteristiche chimico-biologiche dell’ozono nonché la sua azione farmacologica», riteniamo che «il suo uso troverebbe pieno utilizzo nella prevenzione e nel trattamento di una sindrome clinica conosciuta come sepsi e la sua più grave complicazione: lo shock settico o setticemico».
Questo è quanto scrive il medico chirurgo Riccardo Armida nella Tesi presentata al “Master di II Livello in Ossigeno Ozono Terapia” promosso e organizzato dalla Unicamillus. La sepsi, con il relativo shock settico, è una sindrome che, nei Paesi Occidentali, fa registrare più morti del cancro della mammella e del tumore del colon.
Nel settembre 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato il primo rapporto globale sulla sepsi. Nel Rapporto si rileva che, a livello mondiale, nel 2017 ci sono stati 48,9 milioni di casi di sepsi e 11 milioni di decessi correlati alla sepsi, pari a circa il 20% dei decessi globali.
«La sepsi – spiega l’OMS – si verifica in risposta a un’infezione. Quando la sepsi non viene riconosciuta precocemente e gestita prontamente, può portare a shock settico, insufficienza multiorgano e morte». Secondo l’OMS, i pazienti gravemente colpiti dal Covid-19 e da altre malattie infettive hanno un rischio più alto di ammalarsi e morire di sepsi. E i sopravvissuti alla sepsi non sono affatto fuori pericolo: solo la metà si riprende completamente, il resto muore entro un anno o rimane gravato da disabilità a lungo termine.
Il dott. Riccardo Armida, Medico Chirurgo specialista in Anestesia e Rianimazione, Terapia sub-intensiva e post chirurgica, ha maturato una lunga esperienza nel trattare la sepsi e lo shock settico, grazie al servizio prestato per lunghi anni presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini. Dopo aver ricoperto numerosi incarichi, il dott. Armida ha assunto attualmente la responsabilità di presidente della Health’s Ozone Society (HOS).
Nella Tesi intitolata “Ipotesi di utilizzo terapeutico di ossigeno-ozono nel trattamento precoce di una condizione clinica da sindrome da shock” il dott. Armida spiega che l’attività antisettica dell’ozono è indiscussa: si tratta di una sostanza prodotta in modica quantità anche dai globuli bianchi, dotata di riconosciuta attività antinfiammatoria, e che si rivela utile nel contrasto degli agenti patogeni, siano essi virus, batteri e/o miceti.
Numerose e diffuse le proprietà benefiche dell’ozono: facilita il rilascio di endorfine; aumenta il rilasciamento muscolare; provoca vasodilatazione capillare; aumenta la deformabilità dei globuli rossi; riduce la presenza di radicali liberi; riduce la proteina C reattiva (PCR) che misura l’infiammazione; combatte l’acidosi metabolica e respiratoria; favorisce il rilascio dei fattori della ricrescita. E soprattutto, è stato dimostrato in modo scientificamente incontrovertibile che l’ozono svolge un’azione di bilanciamento ossidante/antiossidante, generando di fatto l’attivazione di un processo di riattivazione e sviluppo a livello biologico.
Il dott. Armida cita, in particolare, uno studio – intitolato “Ozone Prophylactic Effect and Antibiotics as a Modulator of Inflamatory Septic process in Rats” – nel quale l’ozonoterapia è stata sperimentata sui ratti.
Lo studio è stato realizzato nei laboratori dei seguenti enti di ricerca: Ozone Research Center, Havana (Cuba); Institute of anatomy cellular and molecular biology, University of Marburg (Germany); Institute of microbiology, University of Marburg (Germany); Institute of animals laboratory, University of Marburg (Germany).
Armida spiega che i modelli animali hanno postulato i benefici effetti di una “Terapia profilattica con ossigeno-ozono” nel controllo dei problemi provocati dallo shock settico. I risultati dell’azione profilattica dell’ozono, studiati in laboratorio sui ratti, hanno evidenziato che molte, se non tutte le sostanze enzimatiche prodotte durante lo stress da ossigeno-ozonoterapia, agiscono da “spazzini” dei radicali liberi, presenti e rilevanti in un’ampia varietà di patologie. L’ozono migliora la circolazione sanguigna, sia per il maggior apporto di glucosio e O2, sia perché aumenta i livelli di prostaciclina, che è un noto vasodilatatore.
Recentemente si è potuto dimostrare che la risposta allo shock termico prodotto dalle proteine ozonizzate (HSR) fornisce una condizione citoprotettiva negli stati infiammatori acuti e cronici, negli stati degenerativi e nelle condizioni infettive, oltre che negli stati clinici d’invecchiamento e nei disturbi neurodegenerativi.
Possiamo affermare con certezza – sottolinea Armida – che la terapia con ossigeno ozono svolge un’azione di mediazione nel processo ossido-riduttivo, regolandolo. E considerando le caratteristiche polimorfe dell’ozono nell’uso clinico, è facile comprendere come «l’impiego di questo composto gassoso, in concentrazioni riconosciute, sia in vitro che in vivo, sia in grado di prevenire, antagonizzare ed ottenere benefici nel combattere la gravissima condizione di ipossia cellulare che rende lo shock settico irreversibile».
Dott. Riccardo Armida
Saint Camillus International University of Health and Medical Sciences
Articolo a cura di Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
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