Speciale COVID19

L'ossigeno ozono terapia è sempre più indispensabile nel Covid e nel post-Covid

L'ossigeno ozono terapia è sempre più indispensabile nel Covid e nel post-Covid

Dopo essere stati curati in ospedale risultano negativi al Covid, ma continuano a provare fatica nella respirazione, debolezza, tosse, dolore toracico, tachicardia, disturbi dell’equilibrio, nausea o febbricola…

Uno studio che mostra l’incidenza di quello che viene definito “long Covid” è stato condotto dalla Pneumologia e Terapia Intensiva Respiratoria del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, diretta dal prof. Stefano Nava.

Il lavoro scientifico, intitolato “Spontaneous Evolution of COVID-19 Lung Sequelae: Results from a Double-Step Follow-Up”, è stato pubblicato il 18 gennaio 2022 sulla rivista “Respiration”:

Lo studio ha preso in esame 100 pazienti Covid che erano stati ospedalizzati nel 2020 e che hanno continuato ad avere problemi nei mesi successivi alla dimissione dall’ospedale.
I pazienti sono stati seguiti e controllati a distanza di 2 e 6 mesi dal momento della dimissione dall’ospedale.
I risultati clinici hanno rilevato che, a distanza di 2 mesi, più del 60% dei pazienti erano ancora sintomatici; mentre, a distanza di 6 mesi, questa percentuale era intorno al 40%.

I pazienti che, durante il ricovero, erano stati in gravi condizioni hanno mostrato più difficoltà per il pieno recupero. A 6 mesi dalla data di dimissione solo il 26% dei pazienti mostrava un pieno recupero dalle polmoniti interstiziali.
A tutti coloro che hanno sviluppato la polmonite interstiziale rimangono cicatrici nei polmoni. In alcuni casi i danni sono indelebili.
Per approfondire la rilevanza di questi dati e per capire come poter guarire in tempi rapidi i pazienti Covid, “Orbisphera” ha intervistato il prof. Marianno Franzini, presidente internazionale dalla Società di Ossigeno Ozono Terapia.

Lei aveva già avvertito sul grande numero e sulle difficoltà del “long Covid”. Qual è il suo commento a questo studio del Sant’Orsola?

«Lo studio è molto interessante – ha spiegato Franzini – e conferma la presenza e la durata del “long Covid” che si manifesta con stanchezza, dolori diffusi e anche difficoltà respiratoria.
Insieme a molti altri medici ozonoterapeuti abbiamo iniziato a curare i pazienti Covid con l’ossigeno ozono terapia già dal marzo del 2020.
Come è stato confermato dai lavori che abbiamo pubblicato sul trattamento di pazienti Covid ospedalizzati gravi, l’ossigeno ozono terapia è molto efficace nel contrastare il coronavirus, riduce lo stato infiammatorio, rafforza il sistema immunitario, migliora lo scambio gassoso tra circolazione e polmoni superando velocemente l’insufficienza respiratoria.

Questa capacità dell’ozono di curare e potenziare la capacità respiratoria l’avevamo già notata nei pazienti affetti da polmoniti interstiziali e in quelli affetti da forme di asma allergica. Dall’estate del 2020, insieme a molti colleghi, abbiamo iniziato a curare con l’ossigeno ozono terapia anche le persone affette dal “long Covid”. Nel corso di questa esperienza abbiamo avuto modo di verificare che l’ozonoterapia allevia, in breve tempo, tutti i sintomi della patologia, quali la stanchezza cronica, i dolori e l’insufficienza respiratoria.

Questo perché l’ozono è in grado di debellare le code virali che sono rimaste nell’organismo dei pazienti Covid. A questo proposito, insieme al prof. Umberto Tirelli, al prof. Luigi Valdenassi ed altri colleghi, abbiamo svolto uno studio clinico su 100 pazienti affetti da fatica cronica causata dal “long Covid”. Li abbiamo trattati con ozonoterapia e abbiamo visto che il 67% è guarito in tempi brevi non manifestando recidive a distanza di mesi».

E quali i risultati dell’ossigeno ozono terapia sui pazienti Covid?

«Per i malati di Covid abbiamo pubblicato, insieme ai colleghi della SIOOT, alcuni lavori per spiegare i meccanismi d’azione dell’ozono, e poi, nel novembre del 2020, uno studio clinico che ha messo a confronto i risultati dell’ozonoterapia su 50 pazienti che si trovavano in gravi condizioni, nello stato di intubazione e terapia intensiva.
Con stupore e soddisfazione abbiamo visto che, trattandoli con ossigeno ozono terapia con protocollo SIOOT, il 97,5% dei pazienti Covid è stato salvato e guarito.
Nonostante l’ozono abbia migliorato le condizioni di tutti, il 2,5% dei pazienti era affetto da tante e tali comorbilità che è stato impossibile evitarne il decesso.

Invece i pazienti Covid che sono stati trattati con l’ossigeno ozono terapia all’inizio della fase di aggravamento, durante i primi giorni di ricovero, sono migliorati e guariti al 99,9%.
Questo studio clinico ha avuto grande diffusione. A tutt’oggi sono 17 i lavori scientifici pubblicati in tutto il mondo che hanno ripreso e fatto riferimento al report clinico elaborato e pubblicato dai dirigenti della SIOOT.
L’ozono si è dimostrato talmente efficace che oggi riceviamo telefonate e messaggi da parte di molti pazienti ricoverati in ospedali dove non è ancora disponibile l’ossigeno ozono terapia.

Purtroppo ci troviamo di fronte al problema che spesso i parenti del ricoverato chiedono l’applicazione dell’ossigeno ozono terapia quando ormai il paziente è totalmente stremato e in fin di vita.
In ogni caso, tra gli ospedali che utilizzano l’ozonoterapia per curare il Covid e gli ozonoterapeuti della SIOOT che si sono recati nelle case di cura per assistere i pazienti ricoverati in terapia intensiva, abbiamo calcolato che sono diverse centinaia le persone in gravi condizioni che sono state trattate e guarite dal coronavirus grazie all’ossigeno ozono terapia.
Nel corso delle ricerche bibliografiche, sono rimasto positivamente colpito dal fatto che il lavoro della SIOOT sui 50 pazienti Covid sia stato ripreso e citato in 17 lavori di livello internazionale pubblicati da PubMed».

Intervista a cura di Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org
antonoio.gaspari@orbisphera.org

Pubblicato sul sito dell'associazione SIOOT Indietro...