Medici di fama internazionale confermano che l'ozono non è una pseudo terapia e invitano ad utilizzarlo per curare i malati di Covid

L’adozione dell’ossigeno ozono terapia per curare i pazienti gravemente colpiti dal Covid, come pratica medica da utilizzarsi per uso compassionevole, è diventata oggetto di pubblico dibattito in Spagna.
La vicenda che ha acceso la discussione riguarda Juan Francisco Martí Piqueres, colpito dal Covid e ricoverato all’Hospital de La Plana di Castellón (Spagna). Quando la direzione medica dell’ospedale aveva comunicato che Juan Francisco era in fin di vita, la moglie Vanessa aveva scelto di praticare l’ossigeno ozono terapia e, di fronte al diniego delle autorità sanitarie, si era rivolta alla magistratura.
Il fatto che un tribunale di Castellón abbia costretto l’Hospital de La Plana a consentire l’ingresso di medici esperti in ozonoterapia per curare un paziente in condizioni critiche ha innescato una serie di reazioni e dichiarazioni. Vari gruppi e associazioni professionali hanno protestato contro un’ipotetica ingerenza giudiziaria in ambito medico.
Tali associazioni hanno sostenuto che l’ozonoterapia non ha «evidenza scientifica» e che si tratta di una sorta di «pseudo terapia», nonostante essa non compaia nell’elenco delle pseudo terapie emanato dal Ministero della Salute, e nonostante il fatto che Juan Francisco Martí Piqueres sia guarito proprio grazie alle applicazioni di ossigeno ozono.
In questo contesto, 10 autorevoli medici e docenti di fama internazionale si sono presi la briga di esaminare la letteratura scientifica sull’ozonoterapia, per determinarne il grado di «evidenza scientifica» e l’eventuale valutazione come «pseudo terapia». I loro nomi sono: Luis Prieto Valiente, Manuel Calleja Hernández, Domingo Ortega Alcalde, Vicente Navarro López, Juan José Bestard Perelló, Blas García Medina, David Prieto Merino, Carlos Álvarez Leiva, Eduardo Valencia Laseca, Juan Alguersruari Bess.
I 10 medici suddetti hanno elaborato un documento intitolato “El ozono no es una pseudoterapia” nel quale precisano che «esiste una notevole evidenza pubblicata a livello internazionale sull’efficacia e la sicurezza dell’ozonoterapia per varie patologie» e che «squalificare con leggerezza un intero filone di ricerca è una irresponsabilità che può condannare innumerevoli pazienti presenti e futuri».
Da una semplice ricerca sul termine “ozonoterapia” svolta sulla piattaforma PubMed risulta che vi sono 3.966 articoli indicizzati e pubblicati su autorevoli riviste mediche e scientifiche.
Gli autori del documento fanno riferimento alla “meta-analisi” dei lavori pubblicati, spiegando che le meta-analisi sono studi che riuniscono e analizzano i dati degli studi più rilevanti, e che i loro risultati sono considerati più veritieri rispetto ad ogni altro singolo studio. Gli studi di “meta analisi” – affermano i suddetti medici e docenti – sono, ovviamente, molto più rilevanti anche rispetto ad una comunicazione di una associazione professionale, che non è soggetta ad un processo di revisione, manca di una chiara paternità e non specifica i propri conflitti di interesse: regole di base di qualsiasi rigoroso studio di revisione.
La “meta analisi” a cui si fa riferimento è stata pubblicata sul “Journal Vascular and Interventional Radiology” (JVIR), una rivista ad alto impatto che include 12 studi su un campione totale di 8.000 pazienti affetti da ernia del disco. In tali studi si conclude che «il trattamento con ozono e ossigeno è un trattamento efficace ed estremamente sicuro» e che «il miglioramento stimato del dolore e della funzionalità è impressionante», considerando che il trattamento è efficace in un campione che comprende pazienti tra i 13 e i 94 anni con tutti i tipi di ernie del disco.
Nessuno degli studi visionati sostiene che l’ozonoterapia manchi di «approvazione scientifica» o qualcosa di simile. Molti degli studi sull’ozonoterapia sono pubblicati su riviste ad alto impatto e di comprovata qualità e rigore, tra le più qualificate nel panorama delle riviste scientifiche. Una volta dimostrato che l’ozono «non è una pseudo terapia», gli autori del documento si pongono la domanda «se l’ozonoterapia abbia il potenziale per trattare con efficacia i malati di Covid».
Dopo aver analizzato 11 pubblicazioni – per lo più studi osservazionali o serie di casi clinici – i medici e docenti concludono che «non si osservano effetti avversi in nessuna di esse, e che alcuni effetti positivi sono evidenti ma hanno bisogno di ulteriori controlli randomizzati e test clinici». E aggiungono che, in ogni caso, «si dovrebbero incoraggiare ulteriori ricerche fino a quando non si potrà verificare quanto l’ozonoterapia sia efficace nel curare i malati di Covid».
Per questo motivo gli autori del documento “El ozono no es una pseudoterapia” invitano a praticare l’ossigeno ozono terapia «specialmente quando il paziente si trova in una situazione con poche possibilità di sopravvivenza». In tale prospettiva, il sito web “Clinical Trials” riporta 9 studi differenti su pazienti Covid, nelle diverse fasi di sviluppo della malattia, curati e guariti con l’ozonoterapia.
Tra gli studi più completi sull’efficacia dell’ozonoterapia nella cura del Covid, citati dai firmatari del documento, c’è quello intitolato “Recent case studies on the use of ozone to combat coronavirus: Problems and perspectives”, pubblicato a cura dei ricercatori dell’Università dell’Ohio (USA) e dell’Università di Bangalore (India).
I 10 medici autori del documento elaborato in Spagna ribadiscono che è irresponsabile squalificare un intero filone di ricerca senza confrontarsi con gli studi pubblicati al riguardo, e ricordano che «non spetta alle associazioni o ai collegi professionali stabilire la verità o l’evidenza scientifica, ma piuttosto alle università, agli ospedali e ai centri di ricerca attraverso lavori e pubblicazioni di provata scientificità».
I firmatari del documento in questione sono:
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Luis Prieto Valiente - dottore in medicina (biostatistica), postdoc presso l’Università di Oxford. È stato professore di biostatistica applicata alla ricerca medica presso l’Università Complutense di Madrid, l’Università Autonoma di Madrid e l’Istituto Carlos III. È il fondatore del primo Servizio di Biostatistica Medica di un ospedale spagnolo e ha più di 200 contributi scientifici pubblicati in riviste e congressi medici. Attualmente è professore di metodologia della ricerca presso l’UCAM.
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Manuel Calleja Hernández - laureato in Medicina presso l’Università Complutense di Madrid, MIR presso l’Università Autonoma di Madrid. Fellow presso l’European Board of Cardiothoratic Surgery (EBCTS). È stato il più giovane specialista in chirurgia cardiovascolare con una posizione nel sistema sanitario pubblico spagnolo, con formazione negli ospedali negli Stati Uniti e in Inghilterra. Ex capo servizio in tre ospedali pubblici spagnoli e autore di oltre 30 articoli su riviste scientifiche, 200 contributi a congressi medici e cinque libri come coautore.
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Domingo Ortega Mayor - laureato in medicina presso l’Università di Barcellona. Specialista in Medicina Nucleare. Ex capo del servizio di Medicina Nucleare presso l’Ospedale Vall d’Hebrón di Barcellona. Membro e segretario per più di quindici anni della Commissione Deontologica del Collegio dei Medici di Barcellona.
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Vicente Navarro López - dottore in Medicina e Dottorato Straordinario dell’Università Miguel Hernández di Elche. Professore Associato e Direttore della Cattedra di Human Microbiota, nonché Principal Investigator del gruppo Mibiopath presso l’Università Cattolica di San Antonio de Murcia (UCAM). Membro del comitato scientifico dello Spanish Journal of Chemiotherapy e della rivista Microorganisms. Autore di oltre 100 libri, capitoli e pubblicazioni scientifiche nel campo delle malattie infettive e del microbiota.
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Juan José Bestard Perello - avvocato specializzato in diritto sanitario. Specialista in medicina preventiva e sanità pubblica. Laureato in economia sanitaria presso la Johns Hopkins U. Lavora in sanità pubblica e pratica legge. È Co-presidente della sezione di diritto sanitario dell’ICAM. Con un ampio curriculum in gestione della salute. Autore di diversi libri.
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Blas García Medina - dottore in medicina. Visiting professor per 25 anni presso il Dipartimento di Chirurgia e le sue specialità dell’Università di Granada. Capo del Servizio di Chirurgia Maxillo-Facciale presso l’Ospedale Universitario Virgen de las Nieves dal 2007 al 2018.
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David Prieto Merino - dottore in Scienze Sociali e Sanitarie presso l’Università di Alcalá, dove è stato per dieci anni professore associato di biostatistica. Attualmente è professore di ruolo di biostatistica ed epidemiologia presso la London School of Hygiene & Tropical Medicine e direttore della International Chair of Statistical Analysis and Big Data presso l’Università Cattolica di Murcia. È anche professore onorario presso l’Institute of Health Informatics presso l’University College di Londra ed è stato editore associato dell’International Journal of Epidemiology.
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Carlos Alvarez Leiva - dottore in Medicina, specialista in medicina intensiva. Fondatore e direttore del Gruppo SAMU, il primo servizio di emergenza con UVI-mobile in Spagna. Esperto internazionale in Crisis Management. Promotore del Consiglio Europeo di Disaster Medicine.
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Eduardo Valencia Laseca - ex capo del servizio di chirurgia maxillo-facciale dell’ospedale universitario Virgen de las Nieves, Granada. Ex Presidente della Società Nazionale dei Chirurghi della Testa e del Collo. Ex presidente della Società Nazionale dei Chirurghi Estetici.
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Juan Alguersuari Bes - medico, presidente della Juaneda Assistance Network, la principale rete ospedaliera privata delle Isole Baleari, con 5 ospedali, 30 centri sanitari e 1.500 dipendenti a suo carico.
Articolo a cura di Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org
antonoio.gaspari@orbisphera.org