Speciale COVID19

Anche nella stanchezza cronica post Covid l'ossigeno ozono terapia può aiutare a guarire

Anche nella stanchezza cronica post Covid l'ossigeno ozono terapia può aiutare a guarire

La diffusione del Covid continua a minacciare la salute del mondo intero. Anche se la crescita del numero dei vaccinati e del numero dei guariti lascia intravedere in diversi Paesi la soglia dell’immunità di gregge.

Da settembre si vedrà se le vaccinazioni sono state sufficienti o se invece ci vorrà ancora altro tempo per debellare la pandemia. Nel frattempo avanzano le ricerche relative agli effetti del Covid sulle persone che risultano negative al test ma che continuano a soffrire dei sintomi derivanti dal virus.

Ricerche e sperimentazioni che riguardano anche le nuove metodiche, come l’ossigeno ozono terapia, per curare in maniera efficace i pazienti. Prima, durante e dopo il Covid.

A proposito delle patologie post Covid e di come curarle, è interessante leggere lo studio “Post Covid syndrome: a new challenge for medicine”, appena pubblicato dall’European Review for Medical and Pharmacological Sciences.

La ricerca – elaborata dai professori Umberto Tirelli del Medical Group di Pordenone, Rosaria Taibi del Gruppo Oncologico Ricercatori Italiani, Salvatore Chirumbolo del Department of Neurosciences, Biomedicine and Movement Sciences, University of Verona – si concentra sull’andamento clinico della sintomatologia complessa conosciuta come “post Covid”, e spiega che ha caratteristiche molto vicine ai sintomi osservati nella sindrome da stanchezza cronica.

La sindrome post Covid, infatti, comporta problemi gastrointestinali, stanchezza cronica, emicrania intensa e “nebbia cerebrale”: ossia fenomeni molto simili ai sintomi lamentati dai pazienti affetti da quella che la scienza medica ha classificato come “sindrome da stanchezza cronica / encefalomielite mialgica (CFS/ME)”.

Il Dr. Anthony Fauci, Direttore dell’Istituto Nazionale di Allergie e Malattie Infettive di Bethesda (USA), è stato tra i primi a riferire che la maggior parte delle persone che manifestano sintomi post Covid hanno sviluppato una condizione clinica molto simile a quella che viene chiamata CFS/ME.

Il dato rilevante è che sempre più persone colpite dalla pandemia continuano ad avere sintomi molto fastidiosi anche a distanza di tre mesi dall’insorgere del Covid-19, nonostante ripetuti test molecolari non mostrino più la presenza del virus. Anche i soggetti che sono stati colpiti solo da forme lievi o moderate di Covid-19 possono manifestare una sindrome post Covid.

Ci sono persone che, a distanza di sei mesi dalla malattia, continuano a manifestare sintomi debilitanti come esaurimento, affaticamento (anche dopo uno sforzo moderato), “nebbia cerebrale”, dolori muscolari e articolari, sintomi cronici simil-influenzali, anche se non ci sono prove dirette di danno d’organo, in particolare per i polmoni.

Il fenomeno è così preoccupante che l’OMS ha supportato l’implementazione di un sistema di sorveglianza al fine di definire e descrivere gli eventi post Covid. Tra le opzioni per curare la sindrome post Covid, Tirelli, Taibi e Chirumbolo propongono un trattamento, sviluppato all’interno della Società Italiana di Ossigeno Ozono Terapia (SIOOT), che utilizza l’ozono per curare i pazienti affetti da Covid-19.

Gli autori della ricerca sostengono che l’ozono può agire come sintonizzatore principale della risposta immunitaria e quindi può essere utile anche nel trattamento dei pazienti con sindrome post Covid.

A conferma dell’efficacia del trattamento con ossigeno ozono terapia, la ricerca fa riferimento ad una esperienza clinica su 65 pazienti affetti dalla “sindrome da stanchezza cronica / encefalomielite mialgica (CFS/ME)”.

La suddetta esperienza clinica è stata svolta da Umberto Tirelli, Cinzia Cirrito e Martina Pavanello, ed è stata pubblicata nel settembre 2018 da “Ozone Therapy” con il titolo “Ozone therapy is an effective therapy in chronic fatigue syndrome: result of an Italian study in 65 patients”.

Il lavoro in oggetto illustra i trattamenti terapeutici effettuati su 65 pazienti, dal febbraio 2016 al dicembre 2017, presso la Clinica MEDE di Sacile (PN).

I trattamenti sono stati svolti con la grande autoemoinfusione (GAE), secondo i protocolli della Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia (SIOOT): inizialmente due volte a settimana per un mese, e quindi due volte al mese come terapia di mantenimento.

Si tratta dell’esperienza clinica con il più alto numero di pazienti affetti da sindrome da stanchezza cronica. E i risultati sono stati molto incoraggianti, con l’80% dei pazienti guariti grazie all’ossigeno ozono terapia.

Tuttavia – è scritto nelle conclusioni del lavoro – è necessaria una sperimentazione con un maggior numero di pazienti e, in particolare, è necessario un “follow-up” più lungo.

«Nel frattempo – sottolineano gli autori – l’ozonoterapia sembra un trattamento che, anche perché privo di effetti collaterali, può essere proposto ai pazienti con sindrome da stanchezza cronica che non ottengono risultati sufficienti dalle terapie disponibili».

Articolo a cura di Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org
antonoio.gaspari@orbisphera.org

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