Speciale COVID19

L'ozono disintegra i virus, lo dice la bibliografia scientifica

L'ozono disintegra i virus, lo dice la bibliografia scientifica

Quando, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, si è cominciato a proporre l’uso dell’ossigeno ozono con protocollo SIOOT (Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia) come cura per i malati di Covid-19, molti hanno manifestato curiosità e interesse, mentre in altri prevaleva lo scetticismo.

Con lo sviluppo della pratica e della ricerca, e la pubblicazione sulle riviste scientifiche dei risultati clinici relativi ai pazienti Covid-19 curati con l’ozonoterapia, sempre più medici hanno iniziato ad applicarla e moltissime persone hanno cominciato ad informarsi.

Gli unici settori che hanno mantenuto una posizione scettica, con un atteggiamento di chiusura verso i risultati sempre più evidenti della nuova terapia, sono stati alcuni ambienti accademici e una parte dei politici responsabili delle strutture sanitarie.

In un primo momento la possibilità di utilizzare l’ozonoterapia per debellare il Covid-19 è stata ignorata ed anche contrastata. Poi, quando alcuni medici e ospedali hanno cominciato a praticarla ottenendo ottimi risultati, con la completa guarigione di numerosi pazienti Covid, allora sono iniziati ad apparire i primi articoli sui principali organi d’informazione.

Abbiamo assistito ad eventi incredibili, con pazienti in fin di vita che sono stati salvati dall’ozonoterapia; mentre decine di altri, grazie all’ozono, hanno evitato il ricovero in terapia intensiva e l’ossigenazione forzata.

Si è arrivati al punto che, il 3 giugno 2020, i professori Marianno Franzini, Luigi Valdenassi e Arnaldo Andreoli sono stati ascoltati dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati per illustrare i risultati dell’ossigeno ozono terapia su 100 pazienti Covid-19 curati in 15 diversi ospedali italiani.

Ma, nonostante l’evidenza dei dati, la semplicità e la sicurezza della pratica medica, e l’economicità dell’applicazione, una parte del mondo accademico e politico ha continuato a sostenere che ancora non c’erano evidenze conclamate e che mancavano pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

Sono rimasto particolarmente colpito dall’affermazione di un amico giornalista che, a metà maggio, mi ha detto: «Su “PubMed” non ci sono documenti scientifici che dimostrano l’efficacia dell’ozono nei confronti del Covid…».

“PubMed” è considerato, a ragione, il principale motore di ricerca di letteratura scientifica biomedica. È prodotto dal “National Center for Biotechnology Information”, che fa riferimento al “National Institute of Health” degli Stati Uniti.

Sono decine di milioni gli articoli e gli studi scientifici reperibili su “PubMed”, pubblicati da migliaia di periodici specializzati.

Così, per fare una prova, il 4 novembre ho aperto “PubMed” e ho digitato i termini “Ozone Vs Covid-19”: mi sono apparsi 935.000 risultati!

Nella prima schermata del motore di ricerca, tra i primi 10 dieci articoli visualizzati, ne ho trovati diversi già presenti sulla pagina bibliografica relativa al Covid pubblicata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Tra essi, anche il report “Oxygen-ozone (O2-O3) immunoceutical therapy for patients with Covid-19. Preliminary evidence reported”, redatto dai professori della SIOOT e pubblicato l’8 agosto 2020 sull’International Immunopharmacology.

In questo lavoro viene descritta l’efficacia dell’effetto terapeutico di 4 cicli di ossigeno ozono su 50 pazienti ospedalizzati Covid-19 affetti da sindrome respiratoria acuta (ARDS).

Molto interessante anche lo studio intitolato “Ozone therapy in Covid-19: A narrative review”, pubblicato su Virus Research, elaborato dai docenti, medici e ricercatori Francesco Cattel, Susanna Giordano, Cecilia Bertiond, Tommaso Lupia, Silvia Corcione, Matilde Scaldaferri, Lorenzo Angelone, Francesco Giuseppe De Rosa, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Scienza e della Salute di Torino.

Gli autori hanno eseguito una ricerca bibliografica sugli articoli incentrati sull’efficacia dell’ossigeno ozono terapia nei confronti dei coronavirus, pubblicati da gennaio 2011 a luglio 2020. Un totale di 280 articoli hanno soddisfatto i criteri di ricerca applicati; di questi, 33 titoli apparivano di particolare rilievo in merito all’utilizzo dell’ozonoterapia nelle malattie virali.

Lo studio si conclude con la seguente affermazione: «L’ozono terapia sistemica ha diversi effetti positivi, come il controllo dell’infiammazione, la stimolazione dell’immunità, una buona attività antivirale e la protezione dalle sindromi coronariche acute e dal danno da riperfusione da ischemia. Questa terapia potrebbe essere un nuovo metodo di immunoterapia, quindi il suo utilizzo in combinazione con altri farmaci antivirali nei pazienti positivi al Covid-19 può essere giustificato, utile e sinergico. L’ozono terapia non comporta effetti nocivi o tossici noti se eseguita correttamente. La grande auto emo infusione è la via di somministrazione più semplice e il suo utilizzo è stato ipotizzato nel trattamento di diverse malattie polmonari, incluse le infezioni da SARS-CoV-2».

Articolo a cura di Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org
antonoio.gaspari@orbisphera.org

Pubblicato sul sito dell'associazione SIOOT Indietro...