Speciale COVID19

Ossigeno ozono terapia per evitare il triage degli anziani

Ossigeno ozono terapia per evitare il triage degli anziani

La tentazione di discriminare gli anziani e i disabili, evitando di sottoporli a terapia intensiva quando i reparti erano pieni e la mortalità molto alta, era già emersa a marzo di quest’anno.

La questione è stata risollevata da 13 medici svizzeri che hanno scritto una lettera al “New England Journal of Medicine” in cui si denuncia che «i pazienti più anziani non vengono rianimati e muoiono in solitudine, senza neanche il conforto di appropriate cure palliative».

Si è scoperto così che in Svizzera c’è un documento, elaborato dall’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche e dalla Società Svizzera di Medicina Intensiva, che porta un titolo preciso: “Triage dei trattamenti di medicina intensiva in caso di scarsità di risorse”. Un documento che riguarda gli over 75 con patologie e gli over 85.

Il protocollo è in vigore dal 20 marzo e, anche se ufficialmente non è stato ancora adottato, fornisce indicazioni precise circa la discriminazione delle persone anziane in caso di reparti ospedalieri pieni.

L’impennata del numero dei positivi al Covid-19 ha riaperto la questione anche nel nostro Paese, dove alcuni medici e anestesisti italiani hanno elaborato un documento nel quale si afferma che, in presenza di una grande emergenza e di una situazione epidemiologica in rapido peggioramento, potrebbe essere necessaria una scelta dolorosa: dare la precedenza in terapia intensiva «a chi potrà ottenere, grazie ad essa, un concreto, accettabile e duraturo beneficio».

È orribile e preoccupante constatare che, di fronte al peggioramento della situazione, la tendenza che sembra prevalere è quella della logica utilitarista, discriminatoria e disumana nei confronti degli anziani e delle persone più fragili.

I dati forniti dall’Istat indicano che l’85% dei decessi per coronavirus ha colpito la popolazione con più di 70 anni. L’età media dei deceduti è pari a 82 anni: 79 anni per gli uomini e 84 anni per le donne.

Con il crescere dell’emergenza, un’eventuale discriminazione nei confronti degli anziani comporterebbe una strage per le persone di età superiore ai 75 anni.

A denunciare questa tendenza verso la “cultura dello scarto” sono anche due studi pubblicati sulla autorevole rivista scientifica “Asian Bioethic Review”: il primo intitolato “Discriminazione della disabilità, razionamento medico e Covid-19” (autori: Bo Chende e Donna Marie McNamara); il secondo intitolato “L’età è importante ma non dovrebbe essere utilizzata per discriminare gli anziani nell’allocazione delle risorse scarse nel contesto di Covid-19” (autori: Leniza de Castro-Hamoy e Leonardo D. de Castro).

Nei due studi si spiega che «l’attuale crisi della salute pubblica ha messo in luce, in tutto il mondo, profonde crepe nell’uguaglianza sociale e nella giustizia per le comunità emarginate e vulnerabili».

«Nel contesto della pandemia Covid-19, la determinazione delle opzioni di trattamento sulla base dell’età cronologica del paziente può facilmente dare luogo a discriminazioni ingiustificate. Ciò è di particolare importanza in situazioni in cui l’allocazione di risorse scarse di terapia intensiva potrebbe avere un impatto diretto su chi vivrà e chi morirà».

«Questi atteggiamenti e approcci – sottolineano i due studi scientifici citati – sollevano complesse questioni etiche e legali che mettono in discussione il nostro impegno per i diritti umani e l’uguaglianza. Vi sono ulteriori preoccupazioni circa l’opportunità di ricorrere ad un modello utilitaristico di giustizia distributiva nel razionamento medico durante le crisi, e se ciò possa essere consentito dalle leggi sui diritti umani, in particolare dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità».

In questo contesto, l’utilizzo dell’ossigeno ozono terapia per curare i malati di Covid diventa ancora più urgente.

Sulla sua efficacia non ci sono più dubbi: lo conferma il fatto che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha pubblicato, nella propria raccolta bibliografica relativa al trattamento del Covid-19, uno studio della SIOOT (Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia) che descrive i casi di 50 pazienti Covid-19 curati e guariti con l’ossigeno ozono somministrato in base a un protocollo della stessa SIOOT.

Pertanto, anche nella mia qualità di Presidente della Ozono Solidale Onlus, chiedo alle Autorità Sanitarie di mettere a disposizione il servizio di ossigeno ozono terapia per i reparti e le terapie intensive che ospitano malati di Covid-19.

Non si tratta solo di una soluzione medica per curare tutti i positivi al coronavirus, ma anche di una concreta attuazione del diritto alla salute senza discriminazione alcuna.

Articolo a cura di Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org
antonoio.gaspari@orbisphera.org

Pubblicato sul sito dell'associazione SIOOT Indietro...